OTTICA • I DIFETTI VISIVI

In condizioni normali, i raggi luminosi che provengono dal mondo esterno, attraversano i mezzi diottrici del sistema visivo (cornea, cristallino, umor acqueo e umor vitreo) e convergono sulla retina per formare un’immagine nitida. Questa viene sviluppata sulla retina, come avviene sulla pellicola della macchina fotografica e trasmessa attraverso il nervo ottico al cervello che elabora le informazioni visive, provenienti dai due occhi (Biocularità), in un’unica sensazione visiva (visione binoculare).
I difetti visivi, o ametropie, sono dovuti ad una anomala focalizzazione delle immagini del mondo esterno sul piano retinico e si dividono in tre categorie di difetti refrattivi:


• la miopia (visione difficoltosa per lontano, ma buona per vicino)

• l’ ipermetropia (visione difficoltosa sia per lontano che per vicino)

• l’ astigmatismo (visione distorta)

• la presbiopia (difficoltà nella messa a fuoco per vicino)


Si sottolinea che la presbiopia non è un difetto visivo, bensì un disturbo accomodativo, dovuto alla perdita di elasticità del cristallino che si verifica tendenzialmente dopo i 40 anni.

 

 


 

Anisometropia

Con il termine anisometropia, si intende una differenza refrattiva fra i due occhi, responsabile di una aniseiconia (differente dimensione delle immagini retiniche). Qualora la differenza refrattiva dei due occhi superi le tre diottrie, è possibile che il sistema sensoriale (cervello) non sia in grado di unificare le immagini provenienti dai due occhi con conseguenti disturbi visivi:


• l’astenopia (stanchezza visiva, cefalea, bruciore oculare, etc.)

• la confusione visiva con alterazione della percezione delle distanze

• la diplopia (visione doppia)

 

 


La confusione visiva e la diplopia sono più frequenti nei casi in cui si sviluppi uno strabismo verticale, per alterazioni della dinamica motoria oculare, secondarie ad alterati rapporti tra i muscoli oculari e la “scatola ossea orbitaria”. Al fine di eliminare l’aniseiconia, l’uso delle lenti a contatto rimane la terapia ottica d’elezione perché, azzerando la distanza apice corneale-lente, vengono ripristinate le condizioni ottimali per la fusione binoculare da parte del nostro sistema visivo.


 

 

GLI OCCHIALI (DISPOSITIVI MEDICI)

Gli occhiali, oltre ad essere utili per vedere meglio in caso di difetti refrattivi, possono avere altre importanti funzioni:

 

 

 

• Protezione dalla luce, in particolare nei casi di fotofobia, albinismo, patologie degenerative della retina, opacità dei mezzi diottrici, etc.;

• Migliorare il parallelismo degli occhi: in alcune forme di strabismo “accomodativo”, l’uso di lenti migliora la posizione degli occhi a tal punto che, in alcuni casi, non è necessario ricorrere alla chirurgia dello strabismo. In alcuni bambini affetti da strabismo “accomodativo” più ampio nella visione vicina piuttosto che quella lontana, si possono utilizzare lenti bifocali, ossia lenti correttive con potere diverso alto-basso, per controllare meglio il parallelismo degli occhi;

• Eliminazione della diplopia e/o confusione visiva: è possibile migliorare la visione disturbata dal disassamento oculare mediante il decentramento della lente correttiva o incorporando un prisma. Ovviamente, tale soluzione è limitata a casi di strabismi di piccola ampiezza, poiché valori elevati di decentramento o di prismi sarebbero incompatibili con un’acuità visiva soddisfacente.

 

 

 

 


Le lenti correttive in età pediatrica

 Nei bambini, l’uso degli occhiali può avere vari significati:


• eliminare o ridurre la cefalea, che compare prevalentemente dopo l’impegno visivo, come, ad esempio, scuola, compiti e televisione. L’ipermetropia è il difetto visivo che più frequentemente è la causa di cefalea. In generale, si tratta di un difetto refrattivo che consente una visione normale a prezzo di uno “sforzo accomodativo”. L’uso della lente correttiva riduce così lo sforzo visivo, con conseguente scomparsa della cefalea;

• migliorare la potenzialità visiva, specialmente nei casi di ambliopia (“occhio pigro”) o di difetti visivi elevati. Se l’occhio di un bambino non viene messo nelle condizioni di sviluppare un’esperienza visiva normale, non riuscirà mai a raggiungere una acuità visiva soddisfacente, tanto più quando il problema coinvolge un solo occhio o esiste una grande differenza visiva tra i due occhi.

• migliorare il parallelismo oculare nei casi di strabismo “accomodativo”; Nei casi di strabismo accomodativo, la correzione ottica consente di migliorare, parzialmente o totalmente, il parallelismo degli occhi. Nei casi in cui lo strabismo sia più ampio da vicino rispetto al lontano, si possono utilizzare lenti bifocali, ossia lenti correttive con potere diverso per la distanza lontano/vicino, con conseguente controllo proporzionato dell’entità dello strabismo.

 

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